Terapia cognitivo-comportamentale

Secondo la prospettiva Cognitivo Comportamentale alla base di ogni disturbo psichico vi sono delle distorsioni di pensiero, le quali generano assunti sbagliati e convinzioni irrazionali.  Tali distorsioni si trasformano nel tempo in veri e propri schemi di pensiero relativamente stabili, che portano l’individuo ad entrare in un circolo vizioso che si autoalimenta; “per esempio, una persona che crede di dover essere perfetta in tutto ciò che fa, tenderà a provare sentimenti estremamente negativi ogni volta che commette un errore.”

Alla base di queste emozioni negative c’è un errore di pensiero, di interpretazione e la terapia Cognitivo Comportamentale si occupa proprio di questi pensieri distorti, aiutando il paziente a metterli in discussione e a sostituirli con altre idee, come: “Anche se sarebbe stupendo non commettere mai errori, ciò non significa che devo essere perfetto”.  In questo modo la persona che fino a quel momento vedeva le cose da un solo punto di vista, quello disadattivo, impara lentamente a fare uso di ragionamenti diversi che si basano su interpretazioni differenti delle esperienze.

Altro aspetto fondamentale di questo approccio  è il lavoro sulle emozioni che viene svolto dal paziente con l’aiuto del terapeuta, attraverso il quale la persona impara a riconoscere e controllare le proprie emozioni.
Allo stesso tempo, la terapia cognitivo-comportamentale va ad agire direttamente sul comportamento; ai nuovi pensieri, rielaborati e resi più funzionali, vengono accompagnati comportamenti coerenti.